Tutti noi, a un certo punto, siamo andati a scuola.
Ti ricorderai sicuramente com’era l’ambiente scolastico: aule piene, edifici non sempre all’avanguardia dal punto di vista architettonico.
O magari hai dei figli o dei nipoti che la stanno frequentando proprio in un momento difficile come quello che stiamo attraversando.
Il problema più grande, in realtà, non sono tanto gli ambienti fatiscenti, quanto la qualità dell’aria che i bambini e i ragazzi respirano molte ore al giorno per gran parte della loro infanzia e adolescenza.
Lo ha dimostrato uno studio condotto dalla Libera Università di Bolzano in collaborazione con Agorà e con gli studenti dell’I.I.S. Margherita Hack di Morlupo.
Qui sotto potrai leggere l’intero resoconto, ma intanto ti anticipo il risultato: c’è troppa CO2. Questo significa poco ricambio d’aria pulita all’interno delle aule, un problema che non può essere risolto solo aprendo più spesso le finestre.
Non c’è bisogno che io ti dica cosa rappresenta, tutto questo, con il Covid-19 ancora presente: maggiore circolazione di potenziali virus presenti nel respiro, situazione che si aggrava quando si parla o si fa attività motoria al chiuso.
E dire che sarebbe così semplice garantire alle scuole un’aria più pulita.
Aprire più spesso le finestre, purtroppo, non è una soluzione sufficiente a risolvere il problema perché:
- non diminuisce il contaminante alla fonte
- può favorire il ricircolo dell’aria all’interno delle aule, trasportando in questo modo il virus in postazioni lontane da quella della persona infetta
- immettere direttamente aria dall’esterno può creare problemi sul fronte termico
Sull’ultimo punto non ho dubbi: mi ricordo ancora il freddo che entrava in pieno inverno quando venivano spalancate le finestre durante la ricreazione e la corsa al termosifone più vicino. Non mancavano ovviamente i raffreddori, nemici numero uno in questo momento così delicato.
Finora ti ho parlato solo del Covid, ma non è l’unico problema da affrontare quanto a qualità dell’aria.
La permanenza in aule poco salubri favorisce lo sviluppo di allergie e asma, non a caso in aumento durante gli ultimi anni.
A questo punto c’è da chiedersi: perché le scuole non hanno delle agevolazioni nell’acquisto di purificatori d’aria professionali come Neno®, che con il suo prefiltro M5 per polveri grosse e carboni attivi impregnati e il filtro HEPA H14 conforme alla EN1822 ha una capacità di filtrazione maggiore o uguale al 99.99% a 0,1 μm?
L’acquisto di un purificatore come Neno® non andrebbe a impattare nemmeno sul consumo energetico delle scuole, grazie alla sua classificazione A+++.
Voglio credere che si tratti solo di una questione di tempo, ma più ne passa e più mi rendo conto che ogni attimo sprecato può essere pericoloso.
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